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Dal 7 ottobre al 20 dicembre 2003, l'Archivio di Stato di Firenze organizzava una mostra sulla pittrice Fiamma Vigo (1908 - 1981) e sulla rivista d'arte "numero", nome anche di una galleria d’arte, attivissima a Firenze dal 1951 al 1970 e diretta dall'artista. Nel catalogo della mostra compariva il mio primo articolo (firmato con Pasquale Santoli) sull'attività del regista Jacopo Treves a Radio Firenze negli anni Cinquanta.
Nel giugno del 2002 Rosalia Manno Tolu, direttrice dell'Archivio di Stato di Firenze, aveva scritto a Barbara Scaramucci (direttrice di Rai Teche) chiedendole di attivare "una ricerca negli archivi radiofonici, in quanto Fiamma Vigo era molto legata, nei primi anni Cinquanta, al regista radiofonico Jacopo Treves, capace di animare la vita della galleria".
Ha avuto inizio così il mio rapporto con Alessia Lenzi, curatrice della mostra alla quale, dopo alcune settimane, ho inviato il materiale sul regista comprendente l'elenco di tutta la sua attività nella prosa radiofonica Rai, le interviste da me realizzate a coloro che lo conobbero e un saggio di Pasquale Santoli sul Radioteatro.
Nel catalogo della mostra, alla sezione "Testimonianze", vennero pubblicate solo le interviste a Umberto Benedetto, Simonetta Gomez, Franco Malatini, Ede Castoldi, Clara Grementieri, Aldo Manetti, Andrea Camilleri, Giuseppe Patroni Griffi, Francesca Minnellono, Silvio Loffredo, Lidia Motta .
Da queste preziose e uniche testimonianze emerge l'intensa attività, la controversa personalità, l'originalità di Jacopo Treves (1915 - 1959) che, assunto come regista nel 1945 a Radio Firenze, in pochi anni fece conoscere al pubblico radiofonico autori come Ibsen, Wilde, Goethe, Ghuthrie, Corvin, O' Neill, Hoffmansthal, Strindberg, Puschkin.


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"il Portolano" periodico trimestrale di letteratura diretto da Francesco Gurrieri, a pag. 27 del numero di gennaio/giugno 2004, sotto il titolo Jacopo Treves e il dibattito sul Radioteatro, riportava integralmente la ricerca che io e Pasquale Santoli intraprendemmo in occasione della mostra sulla pittrice Fiamma Vigo sul cui catalogo, per ragioni di spazio, ne venne pubblicata solo una parte.
Oltre alle interviste già pubblicate, l'articolo si sofferma sul dibattito che sviluppò intorno al teatro radiofonico dagli anni Trenta protraendosi anche negli anni successivi.
Le considerazioni vanno dal disinteresse verso la produzione radiodrammatica, considerata come un semplice surrogato del teatro a chi la eleggeva, a Undicesima Musa. E ancora: la radio poteva e doveva limitarsi semplicemente a ospitare opere letterarie o invece essere di stimolo per una "scrittura" di produzioni volte esclusivamente al mezzo radiofonico?
Partendo dal Manifesto della Radio-Poesia di Jacopo Treves sono riportati brani e commenti di Paolo Vales, Filippo Tomaso Marinetti, Jader Jacobelli, Aldo Airoldi, Vincenzo Talarico, Franco Malatini, Massimo Bontempelli, Eugenio Galvano, Camillo Boscia.



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"Archivi e Cultura", rivista fondata da Antonino Lombardo pubblicata dal Centro di Ricerca, nel dicembre 2004 esce con La memoria dei suoni: gli archivi sonori  a cura di Peppino Ortoleva e Barbara Scaramucci.
E' una preziosa raccolta di saggi ed esperienze sull'importanza della conservazione sonora finalizzata non ad un uso museale e meramente archivistico ma a preservare una memoria storica considerata patrimonio dell'umanità.
Il numero è suddiviso in due parti. Nella prima, Problemi, sono inclusi saggi e articoli dedicati alle questioni metodologiche, giuridico-istituzionali e tecnologiche di maggiore portata per il futuro di questi archivi:

GIOVANNI CONTINI BONACOSSI, Il suono e la storia: le testimonianza orali
PASQUALE SANTOLI, La digitalizzazione di un grande archivio sonoro: l'esperienza delle Teche Rai
ANGELO ORCALLI, Conservazione e restauro dei documenti sonori. Note per una metodologia,
ROSARIA CAMPIONI, La nuova normativa sul deposito obbligatorio
MASSIMO TRAVOSTINO, Problemi di copyright sulla documentazione sonora non musicale

Nella seconda parte sono inseriti interventi collegati a specifiche esperienze di ricerca, di conservazione e di uso:
B
ARBARA SCARAMUCCI, La memoria sonora della radio e della televisione
PAQUITO DEL BOSCO, Un patrimonio nazionale: Fonografo italiano
GIOVANNI CORDONI - NICOLETTA VERNA, I programmi radiofonici del passato come documento storico
FRANCESCA CHIOCCI, La costruzione dell'ambiente sonoro nello spazio espositivo
PEPPINO ORTOLEVA, La registrazione sonora e la coscienza del Novecento
A
pag. 131 il mio articolo: "3131" una fonte da salvare e da studiare.


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Nel gennaio 2009 esce La prima volta del telefono (edizioni ERI): la storia del 3131 dal 1969 al 1995. Sono passati esattamente quarant'anni dalla prima puntata di questa celeberrima trasmissione di Radiorai.
E' il 7 gennaio 1969 quando per la prima volta si può, chiamando comodamente da casa, comporre un numero di telefono e intervenire in diretta alla radio.  Comincia così l’avventura del 3131. La trasmissione (nata da un'idea di Adriano Magli e Luciano Rispoli) ha un successo, da subito, strepitoso. La stampa, l'opinione pubblica, la cultura sono investiti da questo fenomeno mediatico con milioni di ascoltatori, che poi entrerà pian piano nelle abitudini degli italiani come strumento culturale e comunicativo.
La prima volta del telefono è un percorso cronologico (storico ma anche emotivo) di questa celeberrima trasmissione, un "marchio di fabbrica" che ebbe vari titoli, diverse sigle, molte voci, ma ciò che rimase invariato fu quello che diventò il numero di telefono di Radiorai: 3131.
Nell’arco di 26 anni si sono succeduti conduttori, registi, redattrici, programmisti che hanno poi preso varie strade e, per una volta, in questo libro, si sono ritrovati tutti insieme.
Premessa di Barbara Scaramucci - Presentazione di Maurizio Costanzo - Prefazione di Franco Monteleone
Postfazione di Giorgio Simonelli - Contributi di Simona Fasulo e Raffaella Soleri
Il DVDrom allegato al libro contiene fotografie, filmati e l'audio di 57 asmissioni rappresentative delle varie edizioni per un totale di 30 ore. Una storia non solo da leggere ma anche da ascoltare.

- Il contenuto del libro
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Le recensioni
- Le presentazioni

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La Garzantina della Radio di Peppino Ortoleva e Barbara Scaramucci, definisce documentario radiofonico: "genere classico della radio. Così  denominato in analogia al documentario cinematografico, è finalizzato a sfruttare le potenzialità di documentazione, ovvero di riproduzione del reale, proprie delle tecnologie audiovisive, e ad attrarre l’attenzione del pubblico su aspetti poco noti o trascurati della realtà sociale. Il documentario radiofonico ha fatto la sua comparsa in una fase relativamente matura del medium, soprattutto perché il genere presuppone tecniche di registrazione e di elaborazione del materiale registrato che si resero disponibili solo alla fine degli anni Venti".
Come sottolinea Barbara Scaramucci nella presentazione del libro: Per la prima volta questo genere viene analizzato e recuperato in forma antologica ragionata in questo prodotto realizzato da Paolo Morawski e Raffaele Vincenti, entrambi con un passato radiofonico e oggi approdati a differenti esperienze aziendali, entrambi innamorati – con qualche deliziosa punta maniacale – di uno strumento, la radio, e di un format, il documentario d’autore.
Con queste premesse e motivazioni e
nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. nasce, alla fine del 2011 Cento voci dall'Italia I documentari e le inchieste di Radio Rai (1944 - 2011)  di Paolo Morawski e Raffaele Vincenti- Edizioni Eri.

Le presentazioni del libro sono affidate a:
Paolo Garimberti (Presidente RAI) -  Per i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia. Radio Rai come "luogo della memoria" nazionale;
Barbara Scaramucci (Direttrice di Teche Rai)- Voci della Radio di ieri e di oggi: un'affascinante valorizzazione degli Archivi Rai;
Bruno Socillo (Direttore di Radiorai) - Gli archivi e l'Italia che non perde la memoria

- Il contenuto del libro
- Le recensioni




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