La mia vita professionale coincide praticamente con i miei 40 anni nell’azienda RAI.
Nel 1972 il mio “esordio” televisivo nel settore tecnico del Telecinema. Dopo pochi mesi, il mio primo fortunato approdo: la Produzione TV che era allora concentrata tutta in via Teulada. Nel settore della Ripresa Audio degli Studi TV sono venuto in contatto con le più svariate esperienze televisive: sceneggiati, varietà, telegiornali. Piena di emozioni è stata la partecipazione, per diversi mesi, nell’equipe della prima edizione di Domenica in, quella con Corrado. Era il 1974.
In questi anni di televisione però matura, paradossalmente, lentamente ma inesorabilmente, il mio amore per la radio che era già sbocciato nei miei “anni venti”.
E’ necessario ricordare che tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta c’era stato un grande rilancio della radio con il successo di trasmissioni rimaste nella storia della Radio come Alto Gradimento (Gianni Boncompagni e Renzo Arbore), Gran Varietà (Johnny Dorelli), Bandiera Gialla (Gianni Boncompagni), Buon Pomeriggio (Dina Luce e Maurizio Costanzo), Hit Parade (Lelio Luttazzi), Chiamate Roma 3131 (Franco Moccagatta), La corrida (Corrado), Il gambero (Enzo Tortora), Per voi giovani (Renzo Arbore). Questa era la radio di allora, popolarissima tra i giovani e questi furono i programmi che accesero la mia passione.
Alla fine del 1977 mi fu offerto il trasferimento a via Asiago (sede della programmazione radiofonica RAI): mi sembrò un segno del destino perchè mi sono ritrovavo a “vedere” e a partecipare a quella radio che aveva tanto riempito e accompagnato la mia adolescenza.
Nel 1982 la grande svolta. Approdo a Radiodue 3131, conduce Corrado Guerzoni. E’ la svolta della mia vita e non solo professionale. Inizia un decennio di grandi soddisfazioni umane e professionali, di grande partecipazione emotiva, di profonde relazioni che durano ancora oggi.
Nel 1992 finita l’era del 3131, è fatale l’incontro con il regista e amico Idalberto Fei con il quale entro nel mondo affascinante della prosa radiofonica. Teatro di questi anni ricchi di sperimentazione e ricchezza umana e culturale è stata la Sala M del centro di Produzione Radio di via Asiago.
Nel 2001, dopo quasi 30 anni di “onorata carriera”, si potrebbe pensare che tutte le più grandi emozioni siano state vissute, e invece no. Complici una laurea in Sociologia (conseguita durante i miei anni radiofonici) e la ormai classica “riduzione di personale”, approdo alla Direzione Teche diretta da Barbara Scaramucci nella sezione Archivi della Radio che fa capo a Pasquale Santoli.
La mia capacità e impegno a muovermi con destrezza negli Archivi della Radio si concretizza in una serie di pubblicazioni. Per anni mi dedico esclusivamente a ricostituire tutto l’archivio cartaceo e sonoro del 3131, trasmissione cardine nella storia della Radio ma quasi inesistente nell’archivio digitalizzato delle Teche Rai. Tutto questo mio impegno prende forma nel libro La prima volta del telefono (Rai Eri 2009) del quale tratto più diffusamente in altro luogo del sito.
Nel 2011 io e l’amico Paolo Morawski (anche lui con il cuore e la testa nella radio) decidiamo di raccontare la storia d’Italia e degli italiani nei documentari radiofonici della Rai dal 1944 ad oggi. Così, alla fine del 2011 esce Cento voci dall’Italia, un cofanetto (contenente testi e audio) realizzato in tempo per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Anche di questo volume tratterò in altra sezione.

Per decenni così la radio si è radicata nella mia vita e io mi sono immerso nella radio.

 

 

Questa empatia così forte è stata rappresentata dall’amica e collega Daniela Maurizi. Attenta osservatrice del mondo circostante e per lungo tempo operante nella scrivania di fronte alla mia, è riuscita a rappresentare in questo ritratto (decisamente molto somigliante), tutti gli elementi presenti nella mia attività professionale ed emotiva. La mia immagine al centro di questo “universo radio” mi ha indubbiamente ispirato per la costruzione dell’home page di questo sito.

 

 

 

 

Dal 2012 quindi ho smesso di fare radio ma non di parlarne. Così gli amici Elena Romanato e Mauro Roffi (che sono sempre stati sensibili alle mie pubblicazioni e ai miei impegni professionali dalle pagine di Millecanali), mi hanno affettuosamente salutato il 12 settembre 2012 dal sito della rivista:

                                                                            Raffaele Vincenti ha lasciato la Rai, non la Radio

Un amico della Radio e di Millecanali ha lasciato la Rai per il meritato pensionamento. Vogliamo ricordare qui i 40 anni di vita in Rai di Raffaele Vincenti, che ora si dedicherà pur sempre alla sua amata Radio.
Quando a fine luglio, alla redazione di Millecanali è arrivata una mail, molto sintetica, nella quale venivamo messi a conoscenza dell’uscita di Raffaele Vincenti dalla Rai (Direzione Teche) per pensionamento, ci siamo un po’ preoccupati. Volutamente abbiamo fatto passare un po’ di tempo prima di contattare Vincenti, un po’ per la brutta notizia contenuta in quella mail, un po’ perché presi dalla chiusura del numero estivo prima delle ferie di agosto.
Raffaele Vincenti è entrato in Rai dal 1972 ed è un pezzo di storia della Radio pubblica, anche se l’ha vissuta sempre dietro le quinte. Prima nella produzione televisiva e poi (dal 1977) presso il Centro di Produzione Radio, si è occupato della realizzazione tecnica dei programmi. È stato a ‘RadioDue 3131’ dal 1982 al 1992 e su questa trasmissione ha scritto un libro preziosissimo non solo per gli addetti ai lavori, e gli studenti di Scienze della Comunicazione, ma per tutti gli amanti del mezzo.
Laureato in Sociologia, dal 2001 era poi alla Direzione Teche dove ha proposto e curato il Progetto 3131 (finalizzato al salvataggio sonoro, cartaceo e fotografico della celebre trasmissione), dal quale è nata la pubblicazione di cui abbiamo ampiamente parlato su Millecanali. E lui alle Teche aveva sempre avuto un occhio di riguardo per noi di Millecanali, aiutandoci con cortesia ed efficienza in varie occasioni.
È però oggi un sollievo sapere che Raffaele Vincenti, 40 anni passati alla Rai, non ci sta a fare la parte del tranquillo pensionato in poltrona ma continuerà a lavorare per fare conoscere ad appassionati o meno di Radio il grande patrimonio delle Onde Medie (nonostante le nuove tecnologie ci piace parlarne ancora in questo modo) tramite un sito web, amolaradio.it, attualmente in fase di costruzione. Quello di www.amolaradio.it sarà una sorta di lavoro parallelo nel quale Vincenti metterà a frutto la propria esperienza divulgando il materiale delle varie radio italofone sparse per il mondo di cui si conoscono solo pochi nomi, come Radio Lugano o Radio Capodistria.
In realtà quello delle Radio italofone rappresentate dal Italradio è un mare di interessanti realtà sparse per il globo che vale la pena di conoscere. Ed è una fortuna che sia Raffaele Vincenti a pensarci.